Croce di ghiaccio by Di Colloredo Pierluigi Romeo

Croce di ghiaccio by Di Colloredo Pierluigi Romeo

autore:Di Colloredo, Pierluigi Romeo
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Campagna di Russia, Alpini, Ritirata di Russia, Seconda guerra mondiale
ISBN: 9788899158736
editore: Soldiershop
pubblicato: 2015-10-09T16:00:00+00:00


Il combattimento di Arnautovo stava spegnendosi. Gli ultimi russi risalivano, a gruppetti, “quota 210”, ripiegando in direzione di Nikolajevka. Gli alpini della quarantaseiesima pigiati attorno al loro comandante intonarono, con voce sorda, incrinata, la prima strofa della più malinconica e antica canzone militare della Valtellina:

Il comandante della compagnia

È ferito e sta per morir…105

Mentre le ore passavano giunsero sul costone prospiciente Nikolajewka masse di uomini in marcia: la testa della colonna delle Divisioni Alpine in ritirata.

Il costone digradava verso il basso, tagliato in diagonale da un terrapieno della ferrovia al di là del quale il terreno aperto risaliva in contropendenza verso la prima isbe di Nikolajewka.

Il fuoco di sbarramento sovietico si fece sempre più intenso.

Il Generale Reverberi saltò su un corazzato tedesco in movimento verso Nikolajewka e guidò l’ultimo balzo. Nell’azione il Colonnello Martinat, Capo di Stato Maggiore del Comando del Corpo d’Armata Alpino, cadde incitando i suoi uomini al grido di Avanti che siete Alpini!

Arrivarono in quel momento i Battaglioni Edolo e Valcamonica e immediatamente si unirono alle forze già impiegate nell’attacco.

L’attacco riprese vigore, due pezzi del Gruppo Bergamo vennero piazzati in prima linea tra gli Alpini, sparando ad alzo zero: il combattimento ravvicinato nell’abitato fu senza quartiere.

Il nemico cedette e sgombrò Nikolajewka, dove gli Alpini trovarono ristoro e rifugio temporaneamente prima della ripresa della marcia.

I superstiti giunsero il 30 gennaio a Bolsche Troizkoje ed il 31 a Shebekino, dove vennero finalmente riforniti, dopo aver compiuto 350 chilometri di marcia a piedi nella neve ed aver sostenuto tredici combattimenti vittoriosi per aprirsi la strada.

Lo stesso giorno a Stalingrado, Paulus, appena promosso Feldmaresciallo, si arrendeva a Eremenko con i resti della sua Armata.

Meno fortunate della Tridentina la Julia e la Cuneense, o meglio ciò che ne restava, provatissime dai combattimenti della prima quindicina di gennaio, non riuscirono a raggiungere in formazione organica le linee dell’Asse.

I resti di quella che era stata la Cuneense insieme al loro comandante Battisti cedettero ai sovietici a pochi chilometri ad est Valuikij dopo un ultimo tentativo di sfondamento il 28 gennaio; il 29 ciò che restava delle penne nere friulane ed abruzzesi della Julia cadeva in mano sovietica. Le fonti sovietiche dovettero registrare che



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